Prende lo zaino, si alza e ci ritroviamo l'uno contro l'altra.
Tutta colpa di questo maledettissimo corridoio.
Mi sorride e mi mostra le fossette.
<A domani, Emma.>
<A domani, Charlie.> quando pronuncio il suo nome il suo sorriso si allarga di più.
Scende dall'autobus e solo una volta che riparte, riesco a rilassarmi.
Caroline resta a dormire da me, 'sta sera.
<Gli piaci.> dice mentre attraversiamo il vialetto.
<Vuole solo avere un'amica.>
<Uhm. Vedremo.>
Ordiniamo due pizze e guardiamo un film in attesa di Mary Alice.
<Ciao, Em!> esclama la piccola entrando.
<Ciao.>
<Ciao, Mary.> dice Caroline.
Mary posa lo zainetto e si insinua tra le mie ginocchia, fa così quando vuole essere abbracciata.
La stringo a me e dopo poco la libero.
<Hai scoperto come si chiama il ragazzo misterioso?>
<Sì. Charlie.>
Mi fa un sorrisone e corre in cucina.
<Secondo me, anche lei pensa che vi metterete insieme.>
<Secondo lei ci sposeremo.>
Scoppia a ridere.
Mary torna con il suo disegno in mano.
Lo posa sul tavolino davanti a noi, apre lo zaino e tira fuori l'astuccio.
Scrive Charlie nello spazio vuoto.
<Adesso è finito. Caroline lo vuoi vedere?>
Lei annuisce, non smette di ridere.
Glielo passa.
<Io e Mary la pensiamo allo stesso modo.> mi stuzzica.
<Okay, Mary. Che ne dici di riattaccarlo al frigo?>
<Okay.> cinguetta.
Lo prende e va in cucina.
<Questa situazione ti sta sfuggendo lentamente di mano.> commenta.
<Lo so.> mormoro.
Decidiamo di portare Mary al parco.
È lontano ma non è un problema.
Arriviamo mezz'ora dopo.
Mary si lancia verso le altalene e noi due andiamo a sederci su una panchina.
Abbiamo deciso che il nome in codice di Charlie è "senza nome".
Sento un fruscio alle mie spalle.
<Emma.> mi volto, è Charlie.
<Ciao, Charlie. Che cosa ci fai qui?>
<Abito qua dietro. A volte vengo qui per passare il tempo. Mi piace vedere i bambini giocare.>
<Oh. Uhm...vuoi sederti con noi?>
Caroline mi ucciderà per non averla prima interpellata sulla faccenda.
Annuisce e si siede accanto a me.
<È tua sorella?> indica Mary.
<Sì. Vuoi conoscerla?>
<Non voglio disturbarla.>
<Non la disturbi, sono sicura che gli piacerai.>
<Chissà perché...> borbotta Caroline.
Le do una gomitata.
