La ragazza si avvicina a lui e non mi degna di sguardo, non crede che io possa essere una potenziale fidanzata o meglio, una potenziale minaccia per la sua incolumità.
Decido di allontanarmi di proposito.
<Ciao...> dice lei.
<Ciao.> risponde lui.
Che coglione, ha deciso di stare al gioco.
<Lo so che non mi conosci ma...sei molto, molto carino e...non credo di aver mai visto un ragazzo così bello in questa misera città. Uhm, quanti anni hai?>
<Diciotto e mezzo. Comunque grazie del complimento.> lui sorride e lei sta per sciogliersi.
Vedo le altre due galline ancora appollaiate sulla panchina che non fanno altro che strillare ogni volta che Charlie apre bocca.
Si fissano.
<Beh? Vuoi il mio numero?> chiede lei.
Non ci credo.
Charlie non mi guarda da quando questa tipa ha aperto bocca.
Basta.
Ciò che è mio, è mio.
<Charlie, hai un po' di cioccolato sul labbro.> gli dico.
Lui mi guarda.
<Non è vero!> sbotta lei.
La guardo con tutta l'acidità che riesco a racimolare.
Afferro i capelli di Charlie e lo bacio con passione.
Concludo il bacio mordendogli il labbro.
Lo allontano e mi preparo per dare il colpo di grazia a questa povera gallinella sfortunata.
<Che cosa ci fai ancora qui? Non hai capito che stava scherzando?> le dico con un mezzo sorriso.
Lei scoppia letteralmente in lacrime e torna dalle amiche.
<Che stronza!> urla Charlie completamente scioccato.
<Date ad Emma ciò che è di Emma.> rido.
<Sei proprio cattiva quando vuoi.> mormora.
<Volevo ucciderla ma tu me l'hai negato.> gli sorrido.
<Dio, se solo avessi saputo...non te l'avrei mai negato...chissà che spettacolo.> dice.
Eh, sicuramente qualcosa di eclatante.
<Dì che mi ami o ti picchio.> ringhio.
<Ti amo.> mi da un bacio sulla guancia e ride ancora.
Finiamo di mangiare il gelato, Charlie è particolarmente di buon umore.
Per puro caso incontriamo di nuovo quella ragazza.
Mi guarda storto.
Charlie se ne accorge e mi stringe a sé.
<Tutto okay?> mi chiede.
Annuisco.
È il mio angelo custode.
All'improvviso mi prende in braccio, come se fossi la sua sposa.
<Charlie, sei malato!> lo sgrido.
<Non così tanto.> dice.
Mente, mente un sacco da quando è malato.
Mi si spezza il cuore.
<Stanno morendo d'invidia.> mi sussurra.