<Beh, salutala e torna a casa.>
<Non posso. È in un momento di debolezza e io non la abbandonerò, a differenza di altri.>
<Stai parlando della vicina? Della signora Bossetti, alla quale è morto il marito? Posso venire da te, se vuoi.>
<E Abbie?>
<L'ho mandata via dopo che mi ha infilato una mano nelle mutande. Speravo che le fosse passato. Però anche Emma...ci tenevo a lei.> borbotta lui, ho un colpo al cuore.
<E ora che farai?>
<Non lo so. Non so se voglio prendermi un impegno del genere. Essere il suo ragazzo, qualunque cosa accada. Sono sicuro che altri ragazzi ci proveranno con lei, è questo che mi frena.>
<Quindi lei ti piace?>
Restiamo in attesa per una manciata di secondi.
<Mi piace. Insomma, Emma è pur sempre Emma.>
Faccio un profondo sospiro di sollievo.
<Shh.> sibila Elena.
<Shh? Chi c'è lì con te? Mamma?!> grida Charlie.
<Emma. C'è Emma con me.>
<Che cosa diavolo ci fai da lei?> la sta sgridando.
<Sono stata io a chiamarla.> m'intrometto.
Elena mi guarda storto, vorrebbe prendersi la responsabilità di tutto ma non posso permetterglielo.
<Emma, ciao.> è tornato il Charlie dolce e carino di sempre.
<Ti da fastidio se resto con lei?> chiedo.
<No ma stai bene? Non volevo ferire i tuoi sentimenti ma sono confuso.>
<Lo so.>
<Mi dispiace. Perdonami, non riesco a stare senza di te.> mormora.
Elena si appoggia le mani sul cuore, è commossa.
<Lo stesso vale per me.>
<Passo da te tra mezz'ora, okay?>
<Okay.>
Riattacca.
<Lo sapevo, lo sapevo!> urla sua madre, si alza e fa dei piccoli saltelli.
<Evvai, avevo ragione!> aggiunge.
Mi metto a ridere.
<Su, non c'è tempo da perdere. Devi risistemarti il trucco, si vede che hai pianto.> è così eccitata.
<Okay, okay.> vorrei che Elena fosse mia suocera.
Vado in bagno, mi strucco e mi trucco di nuovo.
Dopo quindici minuti esco e torno in cucina.
Elena ha il telefono in mano.
<Sei meravigliosa.> dice immediatamente.
<Grazie.>
<Vieni, ti faccio vedere una foto.>
È Charlie da piccolo, è tutto sporco di cioccolato ma sorride come al solito.
<È tenerissimo.> sorrido inevitabilmente.
<A casa ne ho un centinaio ma Charlie le tiene sempre in un mobile. Se ne vergogna moltissimo.> ride.
<E perché? È bellissimo.> Sto sbavando su una foto di sedici anni fa, che pedofila che sono.
