Sporgo il labbro inferiore e lui sospira per la terza volta.
<Non ti porto alle giostre ma domani sera ci sarà una festa.>
<Mi stai invitando?> rido.
Annuisce e mi sorride.
<Dovrò pensarci.> dico.
<Ma smettila.> sbuffa.
Sorrido soddisfatta.
Mi accarezza i fianchi molto lentamente.
<L'abbiamo già fatto oggi.> mormoro.
<Hai due mesi da farti perdonare.> dice.
<Okay.>
Non mi dispiace affatto.
<Quindi posso?>
<Non stavi facendo lo stronzo prepotente fino a poco fa?> chiedo.
Lui ride e cambia atteggiamento.
Mi sfila le mutandine per prima cosa.
<Ehi.> lo rimprovero dolcemente.
<Sono stronzo e prepotente adesso. Devo calarmi nella parte.> dice.
<Oookay.> mormoro.
Non dura a lungo la sua finta prepotenza e finisce con l'essere dolce e paziente, com'è giusto che sia.
Alla fine si addormenta sopra di me.
Sento la macchina di Elena parcheggiare vicino al vialetto.
<Charlie!> bisbiglio.
Lui apre un occhio.
<Mmh?>
<Tua madre.> gli dico.
Lui spalanca gli occhi.
Si alza, prende i vestiti e mi solleva di peso.
Corre su per le scale imprecando.
Mi appoggia sul letto e si mette i boxer.
Io indosso ancora la sua maglietta.
<Il preservativo è rimasto di sotto.> gli dico.
Lui corre a prenderlo imprecando.
Torna in tempo e si chiude la porta alle spalle.
Si mette una maglietta e mi tira un paio di mutandine.
Le metto e mi risiedo sul letto.
<Charlie?> è sua madre.
<Resta lì.> mi sussurra e corre di sotto.
Metto i nostri vestiti nel cestino della roba da lavare.
Vedo il suo diario e lo prendo subito in mano.
Sento i suoi passi pesanti nel corridoio.
Lo metto subito apposto e metto le mani dietro la schiena.
Lui entra e si avvicina.
<Che cosa combini?> chiede.
<Niente.> gli dico mentre lascio ricadere le mani lungo i fianchi.
Lui guarda il suo diario e poi me.
<Tu.> ringhia.
<Cosa?> chiedo ridendo.
<Hai letto il mio diario?>
<No.>
Mi osserva in silenzio.
<Stai mentendo.>
<Come fai a dirlo?>
<Quando menti muovi il sopracciglio.>
<Da quando?>
<Da sempre.>
Cazzo.
Me lo diceva anche mio padre.
<Allora?>
<E va bene...> sospiro.
<Emma! Non ti fidi più di me?> ringhia.
<Mi fido, è che...è bello da leggere.> <Cosa?>