Capitolo 166

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Quando Elena ride assomiglia di più a Charlie.
<Credi che dovrei chiedergli se gradisce anche lui della cioccolata calda?> chiedo.
Lei annuisce.
Torno da lui, dorme come un bambino.
Passo la mano tra i suoi capelli e si sveglia urlando il mio nome.
Quando mi vede si tranquillizza.
<Scusa.> mormora.
<Non ti preoccupare. Vuoi una cioccolata calda?>
<No, grazie.> sibila.
<Okay.> mi alzo e vado verso la porta.
<Piccola? Resta qui, per favore.> mi chiede dolcemente.
Percepisco un leggero velo di terrore nella sua voce.
Forse stava facendo un incubo.
<Prendo la mia tazza e torno subito.> gli dico altrettanto dolcemente.
<Dille di portartela qui...non voglio che...> si zittisce, ha un nodo in gola.
Apro la porta e dico ad Elena di portarmela su.
La richiudo e mi metto sotto le coperte.
Charlie mette la testa sulla mia pancia e mi permette di coccolarlo.
Sua madre entra dopo un po'.
<Charlie...tutto okay?> chiede.
Lui fa un verso simile ad un "sì."
Mi passa la tazza e di siede sul bordo del letto.
<Grazie per stargli accanto.> mi dice.
<Non mi permetterebbe mai di fare il contrario.> sorrido.
Charlie ride.
<Dormi.> gli ordino e lui ubbidisce.
Elena mi guarda stupita.
Gli accarezzo ancora i capelli, dove piace a lui.
<Vi lascio soli...a dopo.> mormora alzandosi.
Le faccio un cenno con la mano prima che chiuda la porta.
Siamo di nuovo ufficialmente soli.
Charlie solleva la testa.
<Me ne dai un po'?> chiede dolcemente.
Annuisco.
Beve molto lentamente, sembra stremato dalla fatica.
<È buona.> mormora.
Poso la tazza sul comodino e lo abbraccio.
Sembra leggermente sorpreso ma non si muove e mi permette di coccolarlo.
<Stai bene? Dimmi la verità.> mormoro.
<Sto bene, piccola. Devo solo riposare.> sibila.
Sospiro.
Mette la testa sul cuscino e io riprendo in mano la tazza.
Resta sveglio e mi osserva mentre bevo la cioccolata.
Mette una mano sulla mia coscia e si lascia sfuggire un sospiro.
Poso la tazza e mi sdraio accanto a lui.
<Credo che dormirò ancora un po'.> dice.
<Okay.> rispondo mentre mi stringe a sé come se fossi il suo pupazzetto.
<Non mi lasciare, non voglio svegliarmi e non trovarti.> la sua voce si incrina leggermente.
Mi fa tenerezza.

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