Capitolo 131

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Scendiamo della macchina e Charlie usa le chiavi di casa per entrare, evidentemente sua madre sta dormendo.
Evitiamo di fare rumori bruschi e andiamo di sopra.
<Dormo nella stanza degli ospiti?> chiedo.
<Ci dorme Angela.> dice Charlie.
Quindi io devo dormire con lui?
È così?
Lei ci da la buonanotte e se ne va.
Voglio tornare a casa, Charlie è di cattivo umore da quando abbiamo "salutato" Nathan.
Entriamo nella sua stanza e chiude la porta.
Si siede sul letto e si toglie le scarpe.
Poi si alza e inizia a spogliarsi velocemente.
Prima il maglione, poi la maglietta e infine i jeans.
Resta con un paio di boxer aderenti neri che lasciano poco spazio all'immaginazione.
<Devo toglierli?> mi chiede svegliandomi dal mio magico sogno.
<Cosa?>
<Li stai fissando male, devo toglierli?>
Come?
Non faccio in tempo a rispondere che afferra l'elastico dei boxer e...chiudo gli occhi in tempo.
<Prima me li fai togliere e poi non guardi? Sei strana.>
<Non ti avevo neanche risposto. Rimettiteli.>
Sento che si mette sotto le coperte.
<Apri pure gli occhi.> dice.
Faccio come dice, è davvero sotto le coperte.
<Non ti spogli?>
Poteva dire "non ti cambi?".
Suonava meno perverso.
Prendo una sua maglietta dall'armadio e mi cambio in bagno.
Quando torno lui ha il telefono in mano.
Mi guarda di sottecchi.
<Che succede?> chiede.
<"Che succede?" lo chiedo io.> sbotto.
<Vieni qui.> dice allargando le braccia.
Mi allontano dal letto abbastanza da non essere presa di peso.
Sbuffa e posa il telefono.
<Sono geloso di te e Nathan.>
<Non c'è nulla tra me e lui.>
<Lui prova qualcosa per te, non puoi negarlo. Se fossi io quello a passare del tempo con qualcuno che è innamorato di me, mi odieresti a morte.> dice.
<Smetterò di frequentarlo.> dico.
<Davvero?>
<Sì.>
Mi fissa, ancora un po' sbalordito, e picchietta la parte di letto vuota.
Mi metto sotto le coperte e vedo i suoi boxer per terra.
<Non te li sei rimessi.>
<Mi hai già visto.>
<Sei in punizione.>
<Giuro che non ti tocco.> mi ferisce.
<Okay.> sbotto.
Spengo la luce e mi giro dal lato opposto.
Charlie non mi calcola.
Niente "buonanotte" o "ti amo, piccola".
Niente.
<Charlie?> chiedo.
<Eh.> sospira.
<Niente.> mi vergogno troppo.

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