Non si fa problemi a toccarmi dove più gli pare e piace, io non gli dico niente.
<Sei di nuovo mia, per davvero. Non ci credo.> è felicissimo.
<Possiamo tornare di là? Il caffè si raffredda.> grida Elena.
Attorciglio le gambe attorno alla sua vita e mi prende in braccio.
<Certo.> risponde.
Continua a guardarmi come se fossi la cosa più bella che abbia mai visto.
Ho le braccia attorno al suo collo e gli metto una mano tra i capelli.
Mi giro a destra, Elena ci ha appena scattato una foto.
<Perché?> chiede Charlie.
<Almeno, se ti molla ancora, hai qualcosa su cui piangere oltre a quella sciarpa.>
Charlie è avvolto dall'imbarazzo.
<Madre.> ringhia lui.
Lo bacio per zittirlo.
Elena ci scatta un'altra foto e Angela ride.
Charlie si separa a malavoglia e guarda male sua madre.
<Okay, la smetto.> borbotta.
Ci sediamo a tavola e Charlie insiste per sedersi al mio fianco, voleva sedersi lì Angela ma Charlie vince il dibattito.
Ci sediamo accanto, afferra la mia sedia e la fa avvicinare alla sua.
Mette una mano sulla mia coscia, è gelata.
Massaggia la mia pelle con il pollice e si versa del caffè.
<Vuoi?> mi chiede.
Annuisco.
Charlie fa colazione con una mano sola pur di non smettere di toccarmi.
Dopo la colazione, andiamo nella sua stanza e lui va a farsi una doccia.
Lo aspetto seduta sul letto.
Inizio a leggere un libro e poi mi chiama Nathan.
<Dimmi.> rispondo.
<Emma, ciao. Come stai?>
<Bene, tu?>
<Beh...bene.>
<Mi dispiace per ieri sera, davvero. È stato molto aggressivo.>
<Non fa niente. Tu l'hai perdonato?>
<Sì.>
<Emma! Non puoi fidarti di lui.>
Sento i passi di Charlie nel corridoio.
<Devo andare!> riattacco.
Charlie entra con un asciugamano legato attorno alla vita.
Mi fa un mezzo sorriso e inizia a cambiarsi.
Si mette una maglietta e lascia cadere l'asciugamano.
Si mette dei boxer e un paio di jeans.
Cerca una felpa o un maglione nell'armadio.
<Strano che tu non abbia fatto nessun commento sulla mia nudità.> ride.
<Sei il mio ragazzo.> Smette di ridere e mi guarda.
<Finalmente hai capito.>
<Ciò non vuol dire che io debba fare lo stesso.>
<Prima o poi lo farai. Non c'è nulla di male, in fondo. Ti conosco, tu mi conosci. Ci siamo già visti nudi. È solo questione di tempo.> mi fa l'occhiolino e riprendo a leggere il mio libro.