CAPITOLO 77

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Mi da un bacino sulla guancia e si alza.
<Ti amo.> dice prima di uscire.
Spengo la luce e sprofondo nel letto.
Mi tiro su le coperte e mi rannicchio su un lato.
Metto le labbra contro il cuscino e lo mordo, piango ancora e singhiozzo ininterrottamente.
La mia sorellina.
È tutta colpa mia, avrei dovuto difenderla e invece... Io sono qui e lei è tenuta in vita da una macchina.
Magari si è appena svegliata, magari non si sveglierà più.
Sento il mio cuore rivoltarsi, come se volesse nascondersi da tutte le sofferenze che sto passando.
So che Charlie sta piangendo, è troppo sensibile per evitarlo.
So che vorrebbe consolarmi anche per consolare se stesso.
Ma ho bisogno di farcela da sola, di crearmi coraggio, perché non ne ho.
Ho bisogno di piangere senza che nessuno mi dica "andrà tutto bene" perché lo so che peggio di così non può andare.
Ho toccato il fondo?
Spero di sì, non posso sopportare altro.
Chiudo gli occhi, il dolore e la rabbia mi hanno fatto venire il mal di testa.
Mi addormento e mi sembra di sparire per un po'.
Quando riapro gli occhi vedo Charlie.
È seduto sulla sedia ma ha le braccia incrociate sul mio letto e la testa sopra.
Sta dormendo.
Mi sollevo leggermente.
Perché è qui?
Gli avevo detto di starsene lontano, non lo voglio più vedere.
Gli tocco la spalla e lui si sveglia subito, è un po' scosso ma sbatte le palpebre e si stropiccia gli occhi.
<Perché sei qui?> ringhio.
<Ho aspettato fuori per quasi tre ore e quando sono entrato per controllarti, ti ho visto dormire. Ero esausto e mi sono addormentato vicino a te. Non volevo che ti sentissi un po' troppo abbandonata al tuo risveglio. Se vuoi me ne vado.> mormora.
<Torna a casa.>
Spalanca gli occhi, ora è sveglio più che mai.
<Come?>
<Torna a casa e riposati.>
<Ho dormito abbastanza, adesso sono riposato, davvero.> sorride.
<Torna a casa.> mormoro.
Mi nascondo sotto le coperte.
Spero che se ne vada.
Invece no.
Sento una sua mano appoggiarsi sul mio fianco.
<Ti prego, Emma. Non fare così, non ti chiudere in te stessa. Non è mica colpa mia...> mormora.
Non sembra convinto dell'ultima frase.
Mi tolgo le coperte dalla faccia e lo guardo.
<Non è neanche colpa tua.> aggiunge.

Charles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora