"Uffa."
"Come intendi venirmi a prendere?"
"Con la macchina."
"Non scomodare tua madre, torno con l'autobus."
"Ho la patente."
"Da quando?"
"Cinque mesi."
"Ah."
"Ti amo, lo sai?"
"Smettila."
<Come sei cattiva con lui.> sibila lei.
<A lui piace così.>
"Ti amo. Ti scriverò ogni tanto, per essere sicuro che non te lo dimentichi."
"Grazie, a più tardi."
"Ciao, buona giornata."
Caroline mi fissa con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
<È adorabile, ammettilo.>
<Un po'.>
È tenerissimo, potrei sciogliermi da un momento all'altro.
Charlie mantiene la sua parola e mi scrive quasi ogni ora, anche se non posso rispondergli sempre.
Quando usciamo, lo vediamo appoggiato a una macchina diversa da quella di sua madre, è una Fiat 500 rossa, col tettuccio già aperto.
È a braccia conserte, vestito di nero da capo in piedi.
Mi fa un mezzo sorriso.
C'è un sacco di gente tra me e lui.
Vedo una ragazza andare da lui e tentare di abbracciarlo.
Tenta di divincolarsi ma è inutile.
Io e Caroline ci guardiamo, entrambe preoccupate e lo raggiungiamo.
<Sara, vattene immediatamente.> ringhia.
"Sara"?
La vedo di spalle, ha i capelli lunghi fino alle spalle, color castano chiaro.
Si volta, noto che indossa un top molto scollato ed è completamente appoggiata a lui.
<Ciao, piccola.> mi sorride e si avvicina.
Ci baciamo, anche se so che a lui non piace farlo davanti a molte persone.
Forse lo fa per farmi stare meglio, di nuovo.
<Charlie, chi è questa?> ringhia lei.
Lui smette di baciarmi ma in compenso mi stringe a sé.
<Emma, la mia ragazza.> mette una mano sul mio sedere e mi fa l'occhiolino.
Credo che sia sempre un dispetto riferito a lei.
<E quindi, tu preferisci lei a me?>
Charlie la guarda stupito.
<Ehm...si.> lo dice come se fosse scontato.
<Io credevo che noi due...> inizia a piangere.
<Oh, mi dispiace.> mormora lui.
Stringo forte la sua maglietta, ho davvero paura che me lo porti via.
Lui mi accarezza i capelli e mi da una serie di baci a stampo.
<Tranquilla, adesso ti porto a casa.> mi sussurra, riesce a calmarmi subito.
<Caroline può venire con noi?> chiedo.
<Certo, Caroline, sali.> dice lui.
Lei sale dietro, mi fa l'occhiolino.
Sara piange ancora.