Blocco lo schermo del telefono e mi concentro sulla lezione di inglese.
Controllo le notifiche solo una volta che sono sull'autobus.
Trovo alcuni messaggi di Charlie.
"Non era meglio così."
"Ci sei?"
"Piccola."
"Ora mi innervosisco."
"Emma."
"Guarda, non tornare a casa che ti disintegro."
Rido da sola.
Li faccio leggere a Caroline e ride anche lei.
Ci salutiamo lì, scendo e vado verso la casa di Charlie.
Suono e mi apre Elena.
Entro e mi tolgo la giacca.
Vedo i capelli di Charlie sbucare dallo schienale del divano.
Vado da lui e lo abbraccio.
<Piccola, non hai risposto ai messaggi.> mormora.
Mi stringe forte a sé.
<Stavo studiando.> tento di giustificarmi e lui mi comprende.
<Pranziamo?> mi chiede.
Annuisco.
Mi prende in braccio e mi porta in cucina.
Si siede accanto a me, come sempre.
Elena ha fatto le lasagne.
Charlie mette un braccio dietro le mie spalle e mangia con una mano sola per tutto il tempo.
Dopo pranzo, mi addormento sul divano.
Ho cercato in tutti i modi di restare sveglia ma è stato impossibile.
Mi risveglio alcune ore dopo.
Vago per la casa alla ricerca di una qualche forma di vita.
Prendo il cellulare e trovo un messaggio di Charlie.
"Sono all'ospedale, torno presto. Ti amo."
Sospiro.
Metto un film e lo vedo tutto.
Charlie non torna.
Mi squilla il telefono.
<Pronto?>
<Emma...Charlie si è sentito male. Ha chiesto di te. Sto venendo a prenderti, preparati.>
<Cosa gli è successo?> chiedo e lei riattacca.
Mi vesto e mi metto le scarpe.
Non sono pronta a questo genere di cose.
Odio gli ospedali, odio il fatto di avere un ragazzo malato.
Odio dover cercare di non pensare al fatto che rischi davvero di morire.
Elena non mi parla per tutto il tragitto e io non faccio domande.
Mi viene da piangere.
Arriviamo nella sua stanza in tutta fretta.
Quando entro vedo che ha gli occhi chiusi.
Mi avvicino e li apre.
Mi fa cenno di andargli vicino e ubbidisco.
<Ciao.> sibila.
Non riesco a vederlo così, è troppo, davvero.
Mi metto a piangere.
<Piccola, non piangere o piango anch'io.> dice sorridendo.
Mi fa solo piangere di più.
Mi abbraccia.
<Emma, ti prego. Mi stai spezzando il cuore.> mormora.
La sua voce trasuda dolore.
Mi asciugo le lacrime.