CAPITOLO 76

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Inizia a baciarla e lo sento piangere.
<Mi manchi tanto, Emma.> piagnucola.
Non ce la faccio più.
Apro gli occhi.
<Non piangere.> sussurro.
Solleva lo sguardo e mi abbraccia.
<Non ce la faccio. Mi sei mancata da morire.> singhiozza.
Lo stringo forte e lui si lascia coccolare.
Amo il suo profumo.
Gli faccio un po' di posto e si sdraia accanto a me.
Mi stringe a sé.
<Come stai? Mary?>
<Bene e non riesco a trovarla, neanche mio padre.> mormoro.
<Mi dispiace. Adesso ci sono io, resto qui finché non ti dimetteranno.>
<Grazie.>
<Di niente.> mi sorride.
Mi bacia il collo e mi sento rabbrividire.
La sua mano si insinua sotto la mia maglietta e mi accarezza un fianco.
Chiude gli occhi e appoggia la testa contro la mia.
La sua mano è ancora lì, si riscalda subito e non mi permette di rilassarmi.
<Questa maglia è mia.> fa un ghigno.
<L'ho trovata tra le mie cose.>
<Te l'ha messa lì mia madre, gliel'ho chiesto io.> mormora.
Charlie pensa sempre a tutto.
Sono piacevolmente sorpresa.
Sento bussare e Charlie sfila la mano.
<Avanti.> dice.
Entra mio padre.
<Emma, sei sveglia.> nota.
<Dov'è Mary?>
Il suo volto s'oscura e le labbra si serrano.
Charlie mi stringe forte la mano, come se volesse proteggermi dal peggio.
<Eh...lei...è...> gli squilla il telefono e risponde.
<Andrà tutto bene.> mi sussurra Charlie.
Lo guardo negli occhi e mi accorgo che forse ha più paura di me.
<Non ne sembri così sicuro.>
Deglutisce.
Mio padre parla a bassa voce e dopo poco, riattacca.
<Mary è in coma.> mormora.
Alzo la schiena dal letto d'impulso.
<Dov'è?>
<In un altro ospedale. Faccio sempre avanti e indietro per controllarvi entrambe ma vedo che sei in un buone mani.>
<La voglio vedere.> ringhio.
<Non puoi...non è esattamente come te la ricordi.> mormora, sta per piangere.
<Cosa le è successo?>
<L'auto l'ha presa in pieno, Emma.> adesso piange.
Piango anch'io.
Lui esce dalla stanza, l'aria è diventata pesante, non riesco a non piangere.
<Mi dispiace, piccola.> mi sussurra Charlie.
Rabbrividisco.
<Puoi andartene?> gli chiedo e lui si irrigidisce.
<Perché?>
<Voglio restare sola, per favore.> mormoro.
<E va bene...sono qui fuori, chiamami e sarò qui in un secondo, okay?>
Annuisco.

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