Capitolo 186

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<Ti amo.> dico dopo averlo inondato di lacrime.
Il dottore capisce di essere il terzo incomodo e esce chiudendo la porta.
Charlie continua a baciarmi dove può mentre io continuo a strofinare il viso contro la sua felpa.
<È tutto finito, possiamo tornare a casa, come ti avevo promesso.> sussurra dolcemente.
Annuisco.
Prende le mie cose e ce ne andiamo.
Mi rendo conto di far fatica a camminare.
Mi fermo all'improvviso nel bel mezzo di un corridoio.
<Emma, tutto okay?> chiede.
<Sono un po' stanca.> dico con un filo di voce.
Non sono certa di essere nelle condizioni di lasciare l'ospedale.
Charlie non ha voluto nemmeno parlare con il mio medico.
Lui non esita a prendermi in braccio e io sono talmente stanca da addormentarmi.
Quando mi sveglio mi accorgo di essere sdraiata vicino a Charlie sul letto.
Dorme e mi tiene stretta a sé con un braccio.
Mi sollevo e lui si sveglia.
<Stai bene?> chiede con la bocca ancora impastata per la lunga dormita.
<Sì, voglio fare un bagno.> dico.
<E se ti dovessi sentire ancora male?>
Sospiro.
<Posso stare nel bagno con te, se vuoi. Non ti guardo, se ti da fastidio. È solo per sicurezza.> dice dolcemente.
<Okay.> gli dico.
Mi scorta fino in bagno.
<Vuoi un aiutino con i vestiti?> chiede.
Diamine, è molto serio e preoccupato.
<Come preferisci.>
Prima di tutto, apre il rubinetto e inizia a riempire la vasca.
Torna da me, mi osserva avidamente, come se fossi una sua proprietà.
Mi toglie la felpa e i leggins.
Mette una mano sulla mia schiena e slaccia il reggiseno.
Mi fa appoggiare contro il suo petto mentre afferra l'elastico delle mie mutandine.
Me le sfila e mi guarda dritto negli occhi.
Che serietà.
Tocca l'acqua per vedere se è troppo calda o meno e mi permette di immergermi.
<Mi siedo sulla lavatrice. Fai con comodo, se hai bisogno chiedi, va bene?> dice dolcemente.
Annuisco e gli sorrido.
Va a sedersi.
Mi gira la testa.
Sospiro più volte mentre tento di insaponarmi i capelli.
<Piccola? Ti aiuto?>
<No, ce la faccio.>
<Sicura?>
<Mi gira un po' la testa.> borbotto.
Lui viene da me e si inginocchia davanti alla vasca.
<Ti aiuto.> dice dolcemente.
Mi lascio aiutare, anche se mi da fastidio che sia lui a prendersi cura di me.
Prima mi lava i capelli e poi decide di passare al corpo.
Smette di essere serio quando mi sfiora il seno con la spugna.

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