CAPITOLO 50

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<Prima ti ho detto che non puoi resistermi. L'ho detto solo perché sono io quello che si mette a piangere se lo lasci solo, quindi non mi lasciare mai solo.>
<Non lo farò.>
Sento la porta di casa aprirsi e chiudersi.
<Emma, sono a casa.> è mio padre.
Che cosa diavolo ci fa qui a quest'ora?
Charlie va alla porta e la chiude a chiave.
<Come faccio?> sussurra.
<Non lo so.> sorrido.
Sospira.
Si avvicina e mi bacia ancora.
Sentiamo bussare e ci spaventiamo.
<Sei qui?>
<Sì. Arrivo subito.>
<Eh? Non preoccuparti, sono solo passato a prendere un fascicolo. Ci vediamo 'sta sera. Ciao.>
<Okay, ciao.>
Restiamo immobili, Charlie mi stringe forte.
I suoi muscoli si rilassano quandi sentiamo la porta di casa chiudersi.
<Mi scoprirà prima o poi.>
<È meglio se esci dal retro.>
Non vuole andarsene.
Lo trascino fino in cucina e apro la porta.
<Devi andartene.>
<Ma...> sbuffa.
<Niente "ma". Ci vediamo domani.>
<Okay. Grazie di tutto, Em.>
Mi stringe a sé e mi bacia.
Le gambe mi tremano a tal punto che non le sento più.
<Mi mancherai anzi, mi manchi già.> sghignazza.
<Voi due.> ringhia mio padre alle mie spalle.
Non l'ho sentito entrare.
Non mi sono ancora voltata ma Charlie è sbiancato all'istante.
Deglutisce rumorosamente e io mi volto.
È visibilmente arrabbiato e deluso.
<Emma tu...> inizia puntando il dito contro di me.
Charlie si mette davanti a me e mi stringe la mano.
Mi appoggio alla sua schiena e osservo la situazione da dietro il braccio di Charlie.
<È stata colpa mia, Signore. Mi dispiace.>
Mio padre resta in silenzio.
Si mette a braccia conserte.
<Come ti chiami?>
<Charlie.>
<Bene, Charlie. Ti piace mia figlia?>
<Sì, Signore.>
<Mmh. Mi dispiace informarti che non potrai più vederla.>
La mia testa inizia ad affollarsi di pensieri.
<No, la prego. È la cosa più bella che mi sia mai capitata.>
<Sono sicuro che troverai un'altra ragazza da abbindolare.>
<Papà.> sbotto.
<Zitta Emma! Ti avevo avvertito! Cambierai scuola da domani!> grida così forte che le pareti tremano.
Non so se ho più paura di lui o di perdere Charlie.
<No, per favore.> mormoro.
Inizio a piangere e mi stupisco che Charlie non si sia ancora scomposto.
<Charlie, vattene.> ringhia mio padre.

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