Riattacco.
Credevo che mi dicesse di amarmi da un momento all'altro pur di non perdermi.
La cosa peggiore dopo il litigio?
Il silenzio.
Speravo che mi chiamasse, che mi pregasse.
Ci sarei ricascata.
Charlie ha fatto come gli ho chiesto, dannazione.
Chiamo Caroline e le spiego velocemente la situazione.
<Guardiamo il lato positivo: se gli piaci davvero allora tornerà da te. Te lo dovrà dire, Emma.>
<Lo spero. A domani.>
<A domani. Non pensarci troppo.> riattacca.
Ma come?
È impossibile.
Ripenso a ogni singola parola, alle cose che avrei potuto dire a quelle che ho detto involontariamente.
Mi addormento a fatica.
Sono terrorizzata all'idea di rivederlo.
Il mattino dopo sto bene per due secondi.
Due fottuti secondi.
Al terzo Charlie è già al centro dei miei pensieri.
Mi preparo alla velocità della luce e arrivo d'anticipo alla fermata.
Ho il cuore in gola quando l'autobus arriva.
Salgo le scale e sento che al posto dei piedi mi ritrovo due blocchi di cemento.
Non appena alzo lo sguardo, lo vedo.
Il suo viso è straziato dalle lacrime della notte precedente.
Ha delle borse violacee, le labbra screpolate, addiritrura lacerate.
È bellissimo.
Anche così, lo trovo bellissimo.
Caroline ha cambiato posto, mi aspetta verso il fondo del bus.
Cammino timidamente e Charlie mi guarda.
Dio, non ha un minimo di ritegno.
Guardo in basso e noto che le nocche della sua mano sono squarciate.
Lo oltrepasso e vado avanti.
Caroline ha uno sguardo preoccupato.
<Ciao.> mi dice.
<Hei.> mi siedo accanto a lei.
<Lui, l'hai visto? È in uno stato di degrado totale.> mormora.
<Lo so.> mormoro.
<Tu come stai?> mi stringe la mano e mi viene subito da piangere.
La guardo e lei mi abbraccia.
<Non piangere, non puoi mostrarti debole in questo modo.>
<È vero.> ricaccio le lacrime indietro.
Senza Caroline sarei una pecorella sperduta.
Quando scendiamo dall'autobus lui è davanti a me.
Nella confusione le nostre mani si sfiorano e, anche senza che mi abbia vista, percepisce la mia presenza e rabbrividisce.
Cammina più veloce e sparisce nella folla.
Mi manca da morire.
<Vieni.> mormora Caroline.
Mi prende a braccetto e entriamo a scuola.
Mi offre un cappuccino e mi sento rinata.