CAPITOLO 59

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Sposto la mano sul suo collo, lo tiro verso di me e lo bacio.
Sento la sua mano spostarsi dolcemente sulla mia coscia.
<Ohhhh.> esclama sua madre.
Charlie si allontana di colpo ma non sposta la sua mano.
Sbuffa, credo che non dovrei più dargli dimostrazioni affettive in pubblico, è troppo suscettibile.
Posa sul tavolo una teglia di lasagne fumante.
È Charlie a servirci.
<Quanta ne vuoi?> mi chiede sorridendo.
È imbrazzato.
<Poca, per piacere.>
Annuisce e posa il suo sguardo sulle lasagne ma senza smettere di sorridere.
Alla fine, dopo averci servite entrambe, serve sé stesso e si siede.
<Buon appetito.> diciamo in coro.
Charlie aspetta che sia io la prima a mangiare.
È deliziosa, Charlie deve aver per forza imparato tutto ciò che sa in fatto di cucina da sua madre.
<Buonissima.> mormoro.
Elena mi sorride.
<Grazie.>
<Mmh. Potevi metterci più formaggio.> mormora Charlie.
<Che ingrato.> ride Elena.
Ridiamo anche noi due.
<Scherzo, mamma. È buonissima.>
Io e Charlie quasi non ci tocchiamo per tutta la durata del pranzo, a volte i nostri gomiti si sfiorano e ci scambiano uno sguardo subito dopo.
Quando finalmente finiamo ci alziamo.
<Aspettate. Ho fatto il tiramisù.> dice Elena alzandosi.
<Stai scherzando? Io sto scoppiando e tu, Emma?> mi guardano entrambi.
<Sono piena, ma grazie.>
<Ma io...> insiste Elena.
<Niente "ma", io e Emma andiamo di sopra. A dopo.> sbotta Charlie.
Mi prende per mano e ci dirigiamo subito su per le scale.
Mi porta nella sua stanza e ci sediamo sul letto.
<Mia madre è un po' pesante, lo ammetto.>
<Io la trovo molto dolce, premurosa e simpatica.>
Si mette a ridere e si lascia cadere sul letto.
Mi sdraio accanto a lui e mi abbraccia.
Non saprei dire quante volte ho immaginato di ritrovarmi in questa situazione con lui.
Chiude gli occhi e appoggia la sua testa sul mio petto.
<Posso?> borbotta.
<Sì.> gli sussurro.
Credo che si sia addormentato.
Gli accarezzo i capelli, si sono asciugati.
Dopo dieci minuti si sveglia da solo.
Si alza e alza anche me.
<Ti riaccompagno a casa.> mormora.
Si è rattristato.
<Posso restare ancora un po'?>
<Si insospettirà.>
<No.>
<Sì.>
Lo bacio e lo zittisco una volta per tutte.
Mi spinge contro il letto e si sdraia sopra di me.

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