Capitolo 119

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Nathan arriva un quarto d'ora dopo.
Lo faccio accomodare e lui sembra non sentirsi molto a suo agio.
<Casa tua è enorme.> mormora.
<Già.> sibilo.
Ci sediamo sul divano e lui mi guarda subito negli occhi.
<Vuoi parlarmi di ciò che è successo?>
<Credo si capisca già, no?>
<Come ti senti?>
<Come si sentono le zucche il giorno di Halloween: svuotata fino al midollo.>
<Mi dispiace. Posso fare qualcosa per te?>
Mi viene in mente un'idea bizzarra.
<Sai preparare la cioccolata calda?>
<Certo. Vado a prepararla.>
Si alza e va in cucina.
Dopo alcuni minuti torna con due tazze fumanti e me ne porge una.
L'ho scambiato per Charlie?
La assaggio.
Quella di Charlie è più buona.
Non dovrei pensare a lui adesso.
<Ti piace?>
<Sì.> sibilo.
Si avvicina e mi circonda con un braccio.
Non dico nulla e mi lascio coccolare.
<Avrei dovuto dirtelo prima.> mormora.
<Già.>
<Mi dispiace tanto.> sibila.
<È tutto okay.>
<Ti manca?>
<No.> è una bugia?
<Posso restare qui con te per quanto tempo vuoi.>
<Davvero?>
<Certo. Prometto di non lasciarti sola.> sorride.
Mantiene la promessa.
Guardiamo un film insieme, ridiamo alle stesse battute, si forma tra di noi una strana intesa.
Non so se mi piaccia.
Io sono ancora la ragazza di Charlie.
Anche se potrei lasciarlo e nessuno mi biasimerebbe, apparte lui, ovviamente.
Mary Alice torna da scuola.
<Ciao, Charlie!> strilla lei.
Nathan si gira e lei lascia cadere lo zaino per terra.
Si avvicina a noi.
<Emma...chi è questo? Dov'è Charlie?> <Abbiamo litigato.> sibilo.
<Io sono Nathan, piacere.> dice lui dolcemente.
Mary si mette a piangere.
<No, piccola, non piangere!> dice lui.
<Non mi chiamare così, solo Charlie può!> strilla e corre fuori.
Vedo che si siede sulla panca davanti alla finestra, con le braccia conserte.
Non voglio andare a consolarla, non voglio che mi rimproveri per aver quasi rotto con Charlie.
Finiamo il film.
Dopo mezz'ora mi squilla il telefono.
È Charlie.
Che cosa vuole?
<Dimmi.> rispondo.
<Emma, Mary è qui. Sta piangendo. Te la devo riportare?> mormora.
<Sì, per favore.>
Dovevo tenerla d'occhio.
Charlie arriva dopo dieci minuti.
Apro la porta.
La tiene in braccio, lei piange ancora ed è incollata al suo collo.
Il viso di Charlie è rosso, anche gli occhi.
Evidentemente ha pianto prima di arrivare qui.

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