CAPITOLO 57

5.1K 276 3
                                    

Lo richiamo e mi fiondo giù per le scale.
Mio padre è in cucina, decido di uscire di nascosto.
Chiudo la porta di casa lentamente, cercando di fare il minor rumore possibile.
Aspetto Charlie sotto il portico, finché non lo vedo arrivare.
Mi alzo e lo raggiungo.
No mi dice nulla e mi bacia.
Tento di allontanarmi ma lui mi circonda con entrambe le braccia e preme le sue labbra contro le mie.
Mi arrendo.
Solo quando rilasso i muscoli mi lascia andare.
All'improvviso mi sorpassa e va verso casa.
Lo inseguo e lui suona il campanello.
<Charlie! Ti prego!> lo supplico.
Non mi degna neanche di uno sguardo.
Mio padre non apre e lui inizia a bussare prepotentemente.
<Apra questa porta!> urla.
Mio padre apre la porta di schianto.
<Che cosa ci fai tu qui?> gli chiede.
<Sono qui perché amo sua figlia e non è una stupida cotta, io non mi sono infatuato. Sono innamorato davvero di Emma e so che lei le vuole bene. La amiamo entrambi e, dato che tengo molto a lei, anche io voglio che abbia solo il meglio. Se secondo lei io non sono il "meglio", me lo dica e me ne farò una ragione ma se al contrario, sa che Emma non troverà nessuno disposto a lottare per lei allora ci lasci in pace. Mi permetta di amarla e lasci che lei mi ami. Emma è la cosa più bella che mi sia mai capitata e non voglio perderla.> iniziamo a piangere contemporaneamente.
Mio padre è colpito.
<Io non so che dire...Va bene, fate come volete ma sappi che se le torcerai anche solo un capello io...> ringhia.
<Non si preoccupi. Mi prenderò cura di lei.> lo interrompe.
Mi lancia uno sguardo addolcito e sereno e ricambio con un sorrisetto molto timido.
<Bene, allora...volete restare soli?>
Charlie annuisce.
Lui rientra in casa.
Non credevo funzionasse davvero, è stato pazzesco.
<Ti amo.> non me l'aveva mai detto così esplicitamente.
<Ti amo anche io.> mormoro e lui arrossisce.
Si siede accanto a me e mi stringe a sé.
Mi bacia la nuca e sente il profumo dei miei capelli, come sempre.
Mi prende per mano e le nostre dita si intrecciano.
<Hai le mani fredde.> nota.
<Lo so.>
<Hai freddo?>
Non mi permette di rispondergli che la sua felpa è già attorno alle mie spalle.
Ora è in maniche corte, starà gelando.
<Riprenditela.> rido.
<Sto bene. Si sta bene oggi.> mormora.

Charles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora