Capitolo 192

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<Vuoi dire che l'avevi già letto in passato?> grida così forte che la sua voce rimbomba contro i muri.
Non rispondo, sono terrorizzata.
<Emma, ti conviene rispondere.> grida con tono minaccioso.
<L'avevo letto una volta, tanto tempo fa.> mormoro.
<Che cosa hai letto?> dice con le lacrime agli occhi.
<Delle cose bellissime. Praticamente, quello che pensi di me.>
Stringe i pugni e indietreggia.
<Non dovevi, è una cosa mia, privata. Io non-> smette di parlare e si asciuga le lacrime.
<Non avrei mai toccato qualcosa di tuo senza permesso. Non dovevi leggerlo, è troppo...non riesco a sopportarlo.> aggiunge.
<Mi dispiace.> dico mettendogli una mano sulla spalla.
Lui si allontana ancora.
<Non mi parlare per un po', okay?> sibila.
<Okay.> mormoro.
Prende il diario e mi lascia da sola.
Sono un'idiota.
Dio Santo, quanto sono stupida.
Lo sapevo che stavo sbagliando ma non pensavo di ferirlo fino a quel punto.
Forse c'era dell'altro in quel diario, qualcosa che non ho letto di cui si vergogna.
Magari crede che io abbia letto proprio quelle cose.
Il mio stomaco si ritorce in continuazione.
Mi siedo e prendo il telefono in mano.
Ci sono delle chiamate perse da parte di Nathan.
Lo richiamo.
<Emma?> dice.
<Ciao.> mormoro.
La mia voce è ancora flebile, troppo traumatizzata dalle urla di Charlie.
<Tutto bene? Hai una voce strana.>
<Sì... Cioè... Non proprio. Ho fatto una cosa terribile e Charlie si è arrabbiato.>
<Mi dispiace. Sono felice di sentirti, di sapere che sei sveglia...> dice e so benissimo che non gli dispiace affatto per il litigio.
<Non fa niente. Spero che gli passi.>
<Lo spero per te.> bugia, ancora.
Sospiro.
<Sei guarita completamente?>
<Sì.>
<Bene, ero in pensiero per te. Penso ancora le cose che ti ho detto e...se le cose tra te e Charlie dovessero smettere di funzionare..>
<Ho capito. Grazie.> mormoro.
Sento qualcuno salire su per le scale.
<Devo andare. Ciao.>
<Ciao, Emma.> dice e riattacco.
Sento bussare alla porta.
<Avanti.> dico.
Con mia grande delusione, entra Elena.
<Emma, se posso chiederlo, che cosa è successo tra voi due?>
Chiude la porta e si siede accanto a me.
<Ho letto il suo diario.>
Lei sbianca all'istante.
<Oh mio Dio. Non avresti dovuto. Lui ci teneva moltissimo.>
<Me l'ha fatto capire.> rispondo.

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