CAPITOLO 8

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"Io ho paura." scrive lei.
"A chi lo dici."
Lo guardo.
Sta piangendo.
Do una gomitata a Caroline e alza lo sguardo.
"Oddio. Forse dovresti..."
"Parlare con lui?"
"Ma non ha amici?"
"Sicuramente ma non sono qui, questo è certo."
"Vai da lui."
"Ho paura."
"Non ti mangia."
"Vacci tu allora."
"Sappiamo entrambe chi di noi due odia di più."
Soffoco le risate.
Annuisco.
Divento seria, mi alzo.
<Ciao.> gli dico.
Mi guarda e non mi risponde.
Faccio roteare gli occhi.
<Posso sedermi accanto a te?>
<Non vuoi restare con la tua amica?>
<Lei può fare a meno di me per dieci minuti.>
Lui sposta lo zaino e mi fa cenno di sedermi.
Lo faccio.
Mi tremano le gambe.
Lui mette una mano sul mio ginocchio e mi fermo.
<Che hai?>
<Niente. Piuttosto... Tu, che hai?>
Abbassa lo sguardo, ritrae la mano e si allontana lievemente.
<Va tutto bene. È solo una brutta giornata.>
Si asciuga le lacrime.
<Vuoi che resti qui fino alla fine del viaggio o...>
<Sì, per favore.> mi sorride e compaiono le fossette.
Mi vibra il telefono.
Mi ha scritto Caroline.
"Ha detto "per favore!"" Non le rispondo e blocco il telefono.
<Beh, allora resto.> gli accenno un sorriso.
<Il mio nome è Charlie. Posso sapere il tuo?> si avvicina leggermente.
<Emma.>
<Emma...È proprio un bel nome.>
<Grazie.>
<Di niente, è la verità.> mi sorride ancora e mi volto, mi mette in imbarazzo.
Sospiro e esito.
Lo guardo ancora.
<Charlie, posso chiederti perché stavi piangendo?>
Arrossisce quando pronuncio il suo nome.
<Non ha importanza.>
<Sì, invece. Chi ti ha ferito?>
<Quello che vedi esteriormente è nulla paragonato all'inferno che provo interiormente.> mormora, è di nuovo triste.
<Mi dispiace, Charlie. Se ne vuoi parlare, prometto di tenere nascosta questa conversazione, lo sapremo solo noi due.>
Mi guarda di nuovo, sembra tentato.
Si morde il labbro e scuote la testa.
<Sto bene, adesso.> mi sorride dolcemente, ma è solo un'impressione.
È amaro quel sorriso.
<Se lo dici tu, mi fido.>
Avvicina la sua mano alla mia, poi la ritrae e poi, preso da uno scatto di coraggio, la accarezza.
Espira di colpo, chiude gli occhi e sorride.
È timido, sembra Mary Alice.
<Devo scendere.> dice e mi alzo, per farlo passare.

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