Le sue labbra si spostano sul mio collo, permettendomi di prendere finalmente fiato.
Inizia a succhiare la mia pelle con forza, temo che lascerà il segno.
Quando separa le sue labbra da me, mi fissa.
<Non ti porterà mai via da me.> sibila.
Il modo in cui lo dice mi fa rabbrividire.
<Lui non può distruggere tutto quello che abbiamo costruito insieme...se si fa ancora vivo, lo pesto finché non smette di respirare.> mormora.
Si siede sul letto e prende la testa tra le mani.
Mi volto verso lo specchio e controllo il mio collo.
C'è un livido enorme e molto scuro.
<Vuoi uscire?> mi chiede alzandosi.
<Non dovresti riposare?>
<Ho dormito tutto il giorno.> mi sorride.
<Sicuro? Non mi devi mentire, lo sai.>
<Ti giuro che mi sento meglio.> dice.
Finisco per credergli e ci cambiamo.
Usciamo solo noi due ed è lui a guidare.
<Dove mi porti?>
<Dove vuoi tu.> toglie la mano dal cambio e mi stringe una coscia.
Con un semplice tocco mi sembra di andare a fuoco.
Sposta la mano e la mette sotto la mia gonna.
Non ha cattive intenzioni, non gli dico niente.
Lo vedo sorridere.
Mi porta nel centro città.
Ha voglia di spendere, come sempre.
Mi prende per mano e mi stringe a sé.
Entriamo in una profumeria, credo che i profumi gli piacciano parecchio.
Ne cerca uno per se stesso e mi chiede di dargli consigli.
Finisco per consigliargli quello che ha già, mi sono abituata a quel profumo.
Sbuffa e non compra niente.
Mi prende per mano e mi trascina nella parte femminile.
<Charlie, ce l'ho già e credo di averlo usato al massimo tre volte.> rido.
<Shh.> sibila.
Ne prova alcuni e poi me ne fa sentire uno.
È buonissimo ma se dirò la verità, lo comprerà.
<Non mi attira.> mormoro.
Mi guarda, visibilmente deluso.
Riesco a convincerlo ad uscire a mani vuote, è stata un'impresa.
<Vuoi un gelato?>
<No.> mormoro.
<Ti prego.> mi supplica.
Si ferma e mi abbraccia.
<Sei diventato troppo geloso di Nathan.> lo dico così, senza pensare alle conseguenze.
<Come?> scioglie l'abbraccio.
<Inizio a pensare che tu ti senta male e che mi hai portata qui solo per evitare che io scelga lui.>
<Non è vero. Tu hai già scelto me.> mi sorride.
Sospiro.
<Non entrare in competizione, ti prego.>